Tutti i genitori, prima o poi, si trovano a dover fare i conti con una mancanza di autostima dei loro figli, che è assolutamente normale ad una certa età, ma è indubbio che fa parte del nostro ruolo aiutare i figli a superare l’insicurezza.
Ognuno di noi vive questa condizione dei nostri figli in molti modi diversi: con ansia, con leggerezza o con distacco, è indubbio però che è particolarmente importante, per le nostre figlie, imparare a gestire l’insicurezza in modo che non diventi gabbia ed è altrettanto indubbio che per riuscire a farlo hanno bisogno del nostro prezioso supporto. Se vuoi sapere perché, ne ho parlato qui.
Il mio percorso per superare l’insicurezza/ parte 1
Io sono stata, a lungo, una ragazza profondamente insicura. Il tutto è nato intorno ai 17 anni: i miei genitori si sono separati velocemente e drammaticamente, ma soprattutto hanno dato per scontato che capissi e comprendessi la situazione adattandomici al più presto. Inutile dire che non è andata così e anzi, proprio in quel periodo ho sviluppato una grandissima insicurezza.
Ho già parlato in questo articolo, di come le esperienze negative, unite a un mancato rispetto delle aspettative, possano portare a sviluppare una mancanza di autostima. Inutile dire (di nuovo) che, per me, andò proprio così.
La separazione dei miei genitori portò grandi cambiamenti: nuova casa, nuove abitudini, meno soldi e una pesantezza che sembrava tirarmi a fondo più di un’ancora. Iniziai ad avere quotidiani attacchi d’ansia e di panico. Smisi di andare bene a scuola. Persi in gran parte gli amici. Ma ricordo che la cosa che pensavo più spesso era che mi sembrava di aver perso, improvvisamente, entrambi i genitori.
Ero Persefone e non lo sapevo.
L’archetipo dell’insicurezza
Persefone è la regina degli inferi, la dea che, presso i greci, rappresenta il passaggio tra la fanciullezza e l’età adulta (Vuoi saperne di più? Approfondiamo la conoscenza di Persefone in questo corso).
Persefone è l’archetipo della figlia, di colei che si sente sicura solo nel momento in cui sente di avere il supporto della madre, Demetra.
Nel mito che la riguarda Persefone viene improvvisamente rapita ed è in quel momento, in cui si ritrova sola, negli inferi, che sviluppa ansia, paura e insicurezza. Il mito racconta che Persefone non riuscirà del tutto a essere salvata dalla madre e, ad un certo punto, dovrà imparare a superare l’insicurezza e quella paura per poter diventare, finalmente, regina (cioè la versione più potente e luminosa di sé)..
Il ruolo dei genitori: cose da fare se vuoi aiutare i figli a superare l’insicurezza
L’insicurezza, come ho raccontato in questo articolo, nasce anche da aspettative disattese. Quello che io mi aspettavo, da figlia, e che non ho ottenuto dai miei genitori era ascolto e comprensione. Quando sono diventata mamma mi sono resa conto che troppo spesso noi genitori diamo per scontato che i nostri figli capiscano le nostre difficoltà e ovviamente non è così.
Il problema si pone in modo ancora maggiore quando i figli diventano più grandi, perché sembrano effettivamente in grado di capire. I miei genitori, facendo del loro meglio, hanno fatto proprio questo sbaglio: pensare che io e mia sorella avremmo capito e ci saremmo adattate alla situazione. Da parte mia, io mi aspettavo dai miei genitori più o meno la stessa cosa: che loro avrebbero capito che quella marea di cambiamenti mi avrebbero destabilizzato e fatto soffrire e che loro mi avrebbero aiutato.
Nel caso specifico tutte le aspettative sono state disattese e questo ha portato incomprensione, rancore, senso di colpa. L’inadeguatezza, in queste situazioni, diventa contagiosa. I genitori si sentono “sbagliati” e i figli si sentono “sbagliati” e si innesca un circolo vizioso in cui ognuno accusa l’altro e si sente vittima dell’altro e questo genera altro rancore e altra incomprensione (oltre a gastriti e malesseri vari, come nel mio caso).
Cosa fare dunque per aiutare i figli a superare l’insicurezza e spezzare questo terribile circolo? Il mio consiglio per saperlo è quello di seguire le raccomandazioni tratte dal libro I quattro accordi di Don Miguel Ruiz (vuoi leggerlo? Lo trovi qui)
- Sii impeccabile con la parola. Parlare, e si intende parlare davvero, è il primo passo per disinnescare la bomba, prestando attenzione a dire solo ciò che si vuole davvero dire.
- Mai prendere le cose sul personale. Nulla di quello che fanno i vostri figli è fatto per darvi dispiacere o mettervi in difficoltà.
- Non supporre nulla. Il problema delle supposizioni è che sono idee puramente inventate che prendiamo per vere. Basare il rapporto con i nostri figli su mere supposizioni non è certamente quello che voi volete. Perciò non fatelo.
- Fai sempre del tuo meglio. Io so che tu stai già facendo del tuo meglio, anche se non sempre può essere abbastanza. Però il tuo meglio è un punto di partenza: chiediti cosa posso fare oggi per esserci meglio? E impegnati a farlo.
Il mio percorso per superare l’insicurezza/ parte 2.
Personalmente ci ho messo anni a comprendere che i miei genitori “non mi avrebbero salvato” e a realizzare che dovevo essere io per prima a fare ciò che prima facevano i miei genitori: salvarmi, nutrirmi e prendermi cura di me. E’ stato un percorso lungo e inconsapevole che mi ha portato a svolgere un viaggio con la dea: ho immaginato un nuovo futuro per me, ho cercato un lavoro che mi permettesse di realizzarlo e mi sono nutrita e consolata.
Avevo solo diciotto anni, ero sola, ma ero assolutamente determinata a superare quel periodo, il re dei momenti no, il più in fretta possibile. I miei attacchi d’ansia passarono. Ricominciai ad andare bene a scuola e ad uscire con gli amici. E così sono diventata madre di me stessa.
Cosa significa essere madri di se stesse.
La nostra cultura ci ha trasmesso una idea di maternità passiva e esclusivamente legata alla procreazione di un figlio, come spiego in questo articolo. La verità è che se ci distacchiamo dall’idea patriarcale di maternità per ricercarne una più antica sarà immediatamente chiaro che la maternità è generazione in un senso molto più ampio, un senso che abbraccia la creazione in tutte le sue forme.
La verità è che madri (e padri) lo siamo tutti, o almeno lo dovremmo essere. Se non di altri, se non di progetti, almeno di noi stessi. Accogliere la madre che è in noi significa una cosa che è contemporaneamente semplice e difficile: comportarci, con noi stessi prima che con tutti gli altri, come genitori. E questo nella migliore accezione di questo termine, riconoscendo nel ruolo di genitore colui che genera e dona la vita, che cura, che protegge. Non è una cosa che possiamo chiedere ai bambini, ma è certamente qualcosa che possiamo insegnare attraverso l’esempio.
Essere madri di se stesse significa tante cose. Significa imparare ad ascoltare i propri desideri, in primis. Saper mettere confini, quando servono, per proteggersi. Conoscere i propri valori e assecondare i propri bisogni. Significa imparare a prendersi cura del proprio corpo, nutrendolo in modo adeguato. E tutto questo si traduce in una grandissima chiarezza.
Essere madri di se stesse aiuta a superare l’insicurezza?
Voglio sottolineare una cosa: crescere giovani capaci di prendersi cura di sé non è la soluzione per smettere di occuparsi o di preoccuparsi dei figli. Questo sarebbe un grave errore, qualcosa che, come abbiamo visto, non farebbe che acuire l’insicurezza dei tuoi figli, anche perché, come ho già detto in altre sedi e come ripeterò sempre, quello che vogliono i tuoi figli è esattamente ciò che vuoi tu: essere visti.
ESSERE VISTI. Due parole che aprono un mondo.
Per superare l’insicurezza i tuoi figli hanno bisogno di ESSERE VISTI. Di sapere di essere importanti. Di sentirsi amati. E qui entri in gioco tu, con i tuoi sentimenti per loro.
Ma c’è un altro aspetto, altrettanto fondamentale. E cioè che, per essere visti, i tuoi figli hanno bisogno di conoscersi, di amarsi, di rispettarsi. Di conoscere i loro desideri. Di diventare, nel tempo, madri di se stessi. E qui entri di nuovo in gioco tu, con il tuo esempio. Perché aiutare i tuoi figli a superare l’insicurezza significa in fondo una sola cosa. Imparare a superare la tua. Riconoscerti. Diventare, come Persefone, una regina. E sapere che sei importante.
Ballando sull’insicurezza
Virginia